TEDUA: COM’ERANO LE PRIME CANZONI?

Ogni volta che parliamo di Tedua nascono varie discussioni su di lui: sin dalle prime canzoni, Tedua è sballottolato a destra e sinistra dai pareri contrastanti del pubblico, tra chi lo vanta come il miglior artista italiano nonchè il più rivoluzionario, e chi invece insiste sul problema del tempo e in generale non apprezza il suo stile. De Gustibus si dice in latino, ossia “questione di gusti”. Eppure, Tedua ha raccontato a Muschio Selvaggio con Fedez, Martin e Luis Sal che non si riesce mai ad assorbire definitivamente gli insulti, ma che spesso un solo giudizio negativo colpisce più di mille positivi.

Oggi riceve in proporzione meno critiche, dato che col tempo ha conquistato sempre più fan e la parte di haters è calata parecchio. Ad inizio carriera invece, ricordo che sui social non si parlava altro che del suo modo unico di andare a tempo, e qualcuno lo difendeva con le classiche battute alla Zlatan Ibrahimovic, ossia “è il tempo ad andare a Tedua”. Nonostante tutto, Tedua ha sempre creduto in sè stesso ed ha dato voce alla sua musica, che lo ha portato al top delle classifiche e della scena rap. Nonostante il suo tempo unico, riesce ugualmente a scrivere rime come o meglio dei colleghi.

Per farvi capire meglio com’era il primo Tedua, abbiamo trovate tre delle sue primissime canzoni (non siamo sicuri siano le prime, dato che spesso gli artisti tendono a cancellare i primi pezzi da YouTube e nessuno sa dell’esistenza di queste tracce)

Nel 2013 pubblicò la prima versione di Pensa se piove, pezzo che la maggior parte di noi conosce per il remix presente in Orange Coutry Mixtape.

Duate (il suo vecchio nome) era già un poeta e aveva già il suo stile unico nel 2013.

Questa invece è Skid Row, che rispetto alle altre è un singolo molto più energico in cui parla di strada e della sua zona.