3lyoung4real ci racconta tutta la sua verità

eCristian El Badaouy, in arte 3lyoung4real, è un rapper 23 anni nato in Italia ma di origini marocchine.

Sono un ex pugile: ho iniziato pugilato per cercare di stare lontano dai guai della strada ma sapevo che non era quello che volevo fare realmente; il pugilato mi ha cambiato molto ed è  stato un trampolino di lancio per tantissime cose nella mia vita, ma il mio sogno era fare musica, scrivere far parte del mondo dello spettacolo. Sin da quando ero piccolo cantavo e scrivevo per stare meglio. Nelle canzoni ho sempre scritto ciò che ho vissuto davvero, e da qui nasce il mio nome d’arte.

Inizialmente il suo nome d’arte era El Young che riprendeva le prime due iniziali del suo cognome El Badaouy, Young lo aggiunse perché aveva iniziato da giovane. Inoltre, “El” in ebraico significa “Dio“, e la traduzione letterale in “Giovane Dio” rispecchia la sua storia di umile ragazzo di strada. 3lyoung4real non è credente, crede solo in sé stesso, per cui è come se il suo Dio fosse lui stesso. Scelse di aggiungere “For real” perché quello che scrive lo ha vissuto davvero, anche se alle volte chi ascolta rap può far difficoltà a crederci dato che molti altri artisti inventano storie simili che non hanno vissuto mai realmente.

Per conoscere meglio la sua vita e la sua musica abbiamo voluto approfondire facendogli qualche domanda.

Immagine: 3lyoung4real

Intervista 3lyoung4real

Come e perché hai iniziato a fare musica?

Ho iniziato a fare musica per passione. Nel vecchio studio dove registravo c’era un signore che aveva uno studio e mi chiedeva di andare a registrare dato che mi sentiva canticchiare canzoni di altri artisti alla fermata dell’autobus che prendevo per andare a scuola. Io scrivevo pensieri (ho sempre scritto: mi è sempre piaciuto scrivere, lo vedo come un punto di sfogo e mi aiutava molto per certe situazioni) Gli avevo portato un testo banalissimo giusto per provare ed era uscito bene. Gli ho portato il secondo e il terzo nel giro di poche settimane, e li ho capito che era quello che volevo fare realmente.

Nei tuoi testi abbiamo notato che il contenuto è incentrato sulla vita da strada. Cosa ti ha insegnato stare in quell’ambiente?

Io non dico di far parte della strada o che sono un criminale, la strada fa parte di ognuno di noi sia nel bene che nel male; la strada ti spinge a fare cose che non penseresti nemmeno; la strada insegna ma allo stesso tempo ti fa sbagliare, ti fa crescere e vivere esperienze sia positive che negative. La strada è tantissime cose, vengo dalla strada perché per strada posso dire di viverci, sono 20 ore su 24 in giro per strada praticamente, non sono il classico ragazzo che finge di fare il criminale o che si finge qualcosa che non e per apparire io sono semplicemente me stesso, sono semplicemente REAL.

C’è qualcosa che avresti cambiato del tuo passato? Se si cosa?

Certamente, tante cose, tantissime cose, partendo dalle piccolezze: avrei cominciato prima sicuramente il percorso musicale, avrei evitato tante cose che ho vissuto sulla mia pelle e che mi porto tuttora dietro. Se si potesse tornare indietro nel tempo sicuramente cambierei la mia situazione attuale. Ma alla fine il passato ci fortifica e sicuramente il mio passato mi ha portato a vivere al 200% la mia vita e a cogliere gli attimi all’istante.

Con quale artista sogneresti di collaborare?

Di collaborare con tantissimi sia a livello nazionale che internazionale. Parlando di scena italiana non ascolto moltissima gente ma tra i pochi ti direi un Shiva e Paky per il semplice fatto che la loro musica trasmette emozioni, che nella loro musica mi ci rispecchio tantissimo, penso di seguirli da quando avevano ancora 100.000 visualizzazioni quando non erano ancora esplosi .

Il Covid ha rallentato i tuoi progetti?

Per niente. Mi ha spinto a scrivere di più, e invece di stare a casa senza fare niente ascoltavo beat e scrivevo testi. Posso dire che mi ha portato ad un livello successivo per la mia futura carriera musicale.

La tua ultima traccia Sad Vibes sta raggiungendo cifre abbastanza buoni e sembra che la tua carriera sia in crescita. Raccontaci un po’ com’è nata questa traccia ma soprattutto il significato.

Sad Vibes si intitola così perchè per come la vedo io la vita non è tutta rose e fiori: ci sono anche vibrazioni negative e nel mio percorso – soprattutto nell’ultimo periodo – ho avuto più vibrazioni negative che positive.

Che idee hai per il tuo prossimo progetto? Hai pensato anche a un modo per collegarlo all’ultimo pubblicato recentemente?

Ho molto più che un progetto: sto pensando di organizzare una cosa grande, esagerata, per farmi riconoscere nella scena ed entrare bene nel giro. Non so sinceramente quando uscirà ma non penso che ci vorrà ancora molto, e no , con il mio ultimo singolo non centra nulla, è una traccia molto più sulla drill di Chicago: sempre testi real, non chiacchiere, con una sonorità appunto più drill più cattiva più arrabbiata perché è una delle emozioni che mi descrive di più.

Tra 4 anni dove ti rivedi?

Tra 4 anni spero di aver già realizzato il mio obbiettivo principale: fare musica e renderlo il mio lavoro principale. Di far vivere i miei in una casa, in una villa, senza nessun tipo di problema economico e di guardare negli occhi mio padre e vederlo orgoglioso di me che ho costruito qualcosa di grande sulle mie spalle.