Abbiamo intervistato il giovane rapper Dotkoi
Lorenzo Ferri, in arte Dotkoi, è un rapper classe ’99 originario della provincia di Monza. Con già una decina di brani all’attivo, Dotkoi si caratterizza per uno stile conscious e alternative, mischiando tematiche di introspezione, rivalsa e crescita personale ad atmosfere sognanti e vagamente psichedeliche. Di chiara ispirazione USA, il rapper brianzolo ama spaziare da mood più cupi, come nel singolo Katrina, ad altri più chill, come nella sua latest release, Sigarette.
Intervista Dotkoi
Raccontaci un po’ di come hai iniziato il tuo percorso musicale, cosa ti ha spinto ad intraprendere la carriera da artista.
Sicuramente ciò che mi ha portato a sviluppare un processo creativo è stata una forte esigenza espressiva e comunicativa: ho sempre sentito il bisogno forte di lasciare un segno del mio passaggio. Col tempo, “sporcandomi le mani” con l’arte e la musica, ho realizzato quanto questa esigenza espressiva sia in realtà una vera e propria vocazione, che sento forte e chiara in questo momento.
Ascoltando le tue tracce si nota una versatilità molto alta. Qual è sono 2 featuring dei tuoi sogni?
Premetto che il mio background musicale è molto ampio, sia in ambito hip-hop che non, perciò potrei citare un’infinità di artisti da cui traggo ispirazione e con cui mi piacerebbe collaborare. Dovendo scegliere direi MACE, che negli ultimi anni sta veramente rivoluzionando il suono in Italia, e poi ASAP Rocky, di cui sono fan a livelli estremi.
Il Covid ha rallentato i tuoi progetti?
Ad essere sinceri, la prima quarantena è stato il momento in cui ho deciso di prendere realmente in mano questo progetto: la pandemia ha fatto crollare tante certezze, è stato il momento in cui ho ristrutturato il mio percorso dedicandomi a ciò che sento realmente mio. Poi sicuramente rispetto al portare i brani live si sono presentate alcune complicazioni, ma è solo questione di tempo.
Quale traccia identifichi come la più rappresentativa del progetto?
Ogni singola traccia rappresenta una diversa sfaccettatura del progetto, anche se sicuramente YNG Holden, la title-track del mio primo EP, è la più autobiografica, un prologo da cui partire per raccontare la mia storia.
Come hai conosciuto Varisco, l’artista presente nella tua ultima traccia Sigarette?
Ho conosciuto Varisco tramite Panorama, il team di produttori che sta curando entrambi i nostri progetti. Lui è di una freschezza incredibile, ha un’estetica tutta sua, e la nostra prima collaborazione, Pastelli ad olio, è un mood unico. Con Sigarette abbiamo voluto fare qualcosa di ancora diverso, non vedo l’ora di vedere che reazioni susciterà.
Che idee hai per il tuo prossimo progetto? Hai pensato anche a un modo per collegarlo all’ultimo pubblicato?
In realtà il mio prossimo progetto è molto vicino, direi che siamo a un buon 70%. Il filo conduttore è il mio viaggio, è il trip che voglio raccontare: se con YNG HOLDEN ho voluto contestualizzare la mia realtà, nel prossimo progetto voglio aprirvi le porte del mio cranio.
Nel tuo video di maggior successo ovvero Katrina, notiamo una particolare pittura sul viso. Com’è nata questa idea?
Nel lavorare all’immaginario di Katrina ho voluto citare in maniera abbastanza esplicita Taboo di Denzel Curry. Nel mio caso, il trucco rappresenta un espediente narrativo: si tratta di romanzare la propria realtà, senza indossare una maschera ma risaltandone i lineamenti, restando sempre vero.
Dove ti vedi tra 4 anni?
Ad Assago, a portare live il mio terzo o quarto album. So che può sembrare prematuro, ma ho un sacco di cose da dire e una voglia fottuta di farmi sentire!
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