Abbiamo intervistato il rapper emergente Redow

Redow è un rapper emergente di Velletri, in provincia di Roma. Ha iniziato a scrivere all’età di 16 anni e ha pubblicato la prima canzone quattro anni dopo. Il suo stile è molto tecnico e impressiona facilmente l’ascoltatore sin dalle prime note. Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio.

Immagine: Redow

Intervista Redow

Come e perché hai iniziato a fare musica? Raccontaci un po’ delle tue origini

Quel che faccio ancora fatico a definirlo musica, poiché sono più portato alla scrittura che al canto. Per trasformare le mie idee in musica non basta scriverle, e so che ci vorrà tempo ed allenamento.
Ho iniziato a scrivere perché ho sempre trovato affascinanti gli utilizzi delle figure retoriche e, dato che sono cresciuto in un ambiente Hip-Hop, ho deciso di provare ad utilizzare questo genere come strumento per esprimere ciò che scrivevo.

È evidente quanto tu sia giovane, ma, nonostante ciò, si nota un’elevata influenza del Rap Old School nei tuoi testi. Come mai?

Ho 21 anni e sono cresciuto nel periodo di transizione tra la fine della vecchia scuola e l’inizio della nuova scena.
Quindi ho preso un po’ da entrambe le parti, unendo il mio stile molto metrico e tecnico influenzato dal Rap Old School alle basi del giorno d’oggi che sono prevalentemente trap.
Questa dualità per me è fondamentale perché posso fare trap, drill o pop continuando a portare avanti un genere che per me non morirà mai, l’Hip-Hop.

Con quale artista sogneresti di collaborare?

Se dovessi scegliere un artista con cui collaborare sarebbe Salmo, perché lo stimo molto come artista.
Però non lo vedo tanto come un sogno, più come un obbiettivo.

Il Covid ha rallentato i tuoi progetti?

Il Covid, contrariamente a quanto si possa pensare, è stato letteralmente la salvezza dei miei progetti. Questo perché in quel momento il rap era di tendenza e il mio primo freestyle su Instagram è andato bene. Per di più il lockdown mi ha aiutato tantissimo anche dal punto di vista del tempo, perché stando chiuso in casa da solo potevo scrivere e rappare più o meno tutti i giorni.

La tua ultima traccia “Fored Gump” rende omaggio al cult Classic con protagonista Tom Hanks.
Raccontaci un po’ com’e nata l’idea e soprattutto il significato dietro al titolo.

Il mio nome d’arte è Redow ma tutti mi chiamano Red e il titolo è nato mentre facevo freestyle con un mio amico in cui invece di dire “Forrest Gump” l’ho unito al mio nome d’arte ottenendo così “FoRED Gump”.
L’idea della canzone è appunto quella di esprimere quanto io punti al mio miglioramento personale a livello d’artista, dato che per riuscirci ho bisogno di seguire un vero e proprio “percorso artistico”, ed ho voluto usare come metafora Forrest Gump.

Che idee hai per il tuo prossimo progetto? Hai pensato anche a un modo per collegarlo all’ultimo pubblicato recentemente?

Parlando di canzoni non riesco a prevedere qual sarà il mio prossimo progetto perché sto percorrendo una nuova strada, ciò che si cela dopo la prima curva è ancora un mistero. Per me questa traccia fa parte di un nuovo percorso e l’unica cosa che so è quella di non volermi fermare.
L’unico progetto per ora che ho in mente, è di continuare a salire sul palco perché sento che è quella la vera essenza del fare arte.

Nella tua città la scena come ti percepisce? E soprattutto in generale come si muove la scena rap?

Vengo da Velletri in provincia di Roma e nel mio paese sono già uno tra i rapper più conosciuti.
Sono cresciuto nella parte più hiphop della mia zona. Purtroppo molti di coloro che in passato mi stimolavano a rappare ha mollato e siamo rimasti in pochissimi.
Ora mi sono traferito da poco a L’Aquila che è un ambiente che rispetta molto il Rap, qui ancora mi devo far conoscere… non vedo l’ora di esibirmi live!

Tra 4 anni dove ti rivedi?

Per ora non mi faccio aspettative, ma spero che il mio duro lavoro ripaghi.