Abbiamo intervistato Tylee Jack per conoscere il suo futuro

Jacopo, in arte Tylee Jack, si è avvicinato per la prima alla musica grazie al suo mito Bob Marley, ma anche altri artisti leggendari, da Whitney Huston ai Metallica.

Ha imparato dallo zio a suonare la chitarra e dal cugino (uno dei più bravi pianisti d’Italia) il pianoforte. Si capisce che la musica è di casa.

Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio.

Immagine: Tylee Jack

Intervista Tylee Jack

Quali sono le principali fonti di ispirazione che alimentano la tua creatività musicale e come le integri nella tua musica? Ci sono artisti specifici o generi musicali che ti influenzano maggiormente?

Sicuramente le mie emozioni: quello che ho dentro mi spinge ad andare avanti sempre e cercare di fare qualcosa di migliore ogni volta; quello che vivo e le emozioni delle persone che ho affianco mi ispirano a scrivere ogni giorno delle cose e dei mood diversi. Ho imparato ad essere molto versatile perché probabilmente è sia una mia caratteristica ma anche perché ho sempre ascoltato una miriade di dischi di generi completamente differenti, perciò posso dire di non aver una singola fonte d’ispirazione musicale. I generi che prediligo sono i ritmi reagge, reaggeaton, hip hop, pop, blues, jazz musica elettronica rock metal.

Qual è stata l’esperienza più emozionante e memorabile che hai vissuto nel creare o eseguire la tua musica finora? C’è una performance o un momento specifico che ti ha fatto sentire particolarmente vivo ed entusiasta?

Ho fatto solamente 1 live fin’ora e per me è stata un’emozione grandissima. Ho ricevuto dei complimenti sceso dal palco e molti ragazzi mi hanno riconosciuto e mi hanno detto che spaccavo, questa è stata la mia emozione più grande fin’ora. Ma le notti passate in studio a creare musica sono sicuramente una delle parti più eccitanti in questo mondo: vedere i tuoi progressi, essere in grado di crescere e migliorarsi e vedere i propri risultati diventare realtà.

Tra tutte le canzoni che hai scritto, ce n’è una in particolare che ti senti più vicino a te e alla tua vita? Qual è la storia dietro a quella canzone e perché è così importante per te?

Sicuramente ci sono delle canzoni a cui sono molto affezionato a livello emotivo e creativo, ma quelle che devo ancora pubblicarle sono speciali. Una delle canzoni che più mi sento vicino in ogni caso è In My Bed che ho cantato nel mio unico famoso live al Holy Festival a Vicenza. La storia dietro questa canzone è assai complessa perché parlo di un mio periodo di transizione dove si capisce che un po’ mi sto isolando sia dalla società che dagli idealismi normali di tutte le persone e dalle credenze comuni, però è scritta in una chiave maggiore ed è un pezzo pop quindi risulta malinconica ma allo stesso tempo allegra.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri nella tua carriera musicale? Hai qualche progetto imminente che vuoi condividere con i tuoi fan?

I miei obbiettivi futuri sono quello di crearmi una fan base molto solida e di far conoscere la mia musica a più persone possibili, iniziare a fare qualche serata ad apertura di concerti è così via.
Annuncio che stò preparando un nuovissimo singolo, il mio primo singolo che pubblicherò su Spotify e su tutte le piattaforme digitali intitolato True sarà pronto tra meno di un mese.

E tra 5 anni dove ti vedi?

Sicuramente dentro ad uno studio, magari uno di quelli veramente Big e mi vedo a far parte della scena anche perché se non va non so proprio cos’altro fare. Non ho piani B.

La tua collaborazione dei sogni?

Swae Lee, Travis Scott, Lazza, Sfera Ebbasta.