INTERVISTA A ZERO POSITIVO, FUORI L’ALBUM “INFERMO”
Dopo l’uscita dei due singoli 666 e Cronache di me, Zero Positivo pubblica venerdì 11 giugno il suo primo album, Inferno firmato Old Skuul Records. Prodotto da Sharm e Nasto, l’album contiene dieci tracce che bruciano di rabbia, disperazione e dolore, con cui il giovane rapper milanese racconta la sua discesa all’inferno. Un macigno inamovibile che lo trascina in basso, verso gli abissi dell’amarezza e della degradazione esistenziale. Quindici anni di vita vera che eruttano come lava incandescente ed inarrestabile, attraverso un linguaggio crudo e autentico, dal flow ardente ed impetuoso.
In occasione dell’uscita del disco, abbiamo intervistato Zero Positivo per conoscere meglio lui e la sua musica.
Ciao Zero, raccontaci di te, da dove nasce la tua musica, in quanto sei riuscito a trasformare la passione in un disco e il percorso.
Zero Positivo nasce due anni fa, in un momento di estremo dolore ed esigenza di buttare fuori rabbia e dolore senza arrecare disagio al prossimo. Erano già un paio di anni che facevo gavetta scrivendo per me stesso su type beat, due anni in cui giorno dopo giorno sono artisticamente cresciuto e maturato, fino ad arrivare ad un anno fa, quando decisi di comporre un disco. Per me questo significa molto, e chi fa musica lo sa: dietro ad un disco mesi di lavoro, sacrifici e difficoltà. Ora che finalmente tutti gli sforzi hanno dato i loro frutti sono orgogliosissimo di presentarvi Inferno,il mio primo disco.
Qual è il tuo background musicale? Con quale artisti pensi che ti armonizzeresti meglio?
Da come si può sentire, la mia penna e il mio stile sono fortemente influenzati dai principali artisti hardcore e a italiani, come la vecchia Machete, Mezzosangue, Rancore e Mostro; che per quanto mi riguarda è uno dei più sottovalutati della scena. Collaborare con uno di loro sarebbe davvero un sogno.
Parliamo del tuo disco: come nasce l’idea di Inferno? È stato per te un progetto costruito a tavolino oppure si è definito traccia dopo traccia?
Diciamo che il primo album di ogni artista è sempre un progetto delicato ed importante, ma al tempo stesso pieno di problemi: si rischia infatti di creare una “playlist” più che un disco. Non nego che inizialmente non avevo la più pallida idea di come lavorare ad un progetto del genere e difatti sono stato costretto a rivedere molte cose. A lavoro finito posso dire di aver creato un album con una sua identità, e sono sicuro che chi se ne intende questa cosa la sentirà.
L’hardcore è per te un genere da perseguire oppure pensi che, volendo, un indomani, puoi svegliarti e cambiare tutto?
L’unica cosa di cui sono certo è che Inferno non poteva uscire diversamente, il resto è un enigma che solo il futuro mi rivelerà. Sicuramente ci sarà una mia evoluzione dal punto di vista artistico, magari subito o magari tra anni. Farò quello che mi sentirò di fare perché so che è l’unico modo per fare le cose bene.
Qual è la traccia con la quale, incontrando uno sconosciuto diresti : ‘ecco, con questa capisci chi sono e cosa faccio’?
Difficile rispondere con una, te ne dico tre: Zeropositivo, 666 e Cronache di me. Queste tre tracce sono la mia identità riportata su carta, c’è tutto quello che ho passato e subito senza metafore o modi di dire. Consiglio però di ascoltarle attentamente e di leggere bene il testo: ho messo così tanto di me che certe cose potrebbero risultare poco chiare e raffazzonate.
Inferno è un disco hardcore che non rinuncia a tinte delicate nei pezzi più intimi, in particolare Cronache di Me e Scripta Manent, tra l’altro le tracce conclusive del disco. Per me danno compiutezza al lavoro, ma temi chi possa vederle troppo distanti dal resto?
No, non ho molti dubbi a riguardo. Questo non è un disco che va ascoltato in modo superficiale, bisogna mettersi le cuffiette, sdraiarsi sul letto e sprofondare nel racconto. Se lo si ascolta a caso si sentiranno solo un ammasso di tracce disordinate, alcune dure ed alcune melodiche. Le due tracce conclusive sono assolutamente in linea con il resto, Scripta manent chiude perfettamente il cerchio aperto da Intro e insieme a Cronache di me rilassano un attimo la mente che era stata pompata di sangue e di odio per tutte le altre tracce precedenti.