Intervista Negr3′: Da Palermo a tutta Italia

Negr3’, pseudonimo di Federico Milazzo Agnello, è un rapper palermitano nato nel 1997. Inizia molto presto ad interessarsi alla musica, tanto che già a 13 anni si diletta con i primi freestyle.
Appena sedicenne inizia a scrivere le prime rime, sempre con lo stesso spirito e la stessa voglia che lo hanno contraddistinto da sempre.
Etichettare lo stile della sua musica è un’operazione che può rivelarsi difficile, anzi, sarebbe limitante e riduttivo “intrappolarla” all’interno di un’unica definizione.
Si può comunque affermare con sicurezza – come si può notare ascoltando le sue canzoni – che Negr3’ si candida per essere un performer completo, che racconta non soltanto problemi e difficoltà ma lascia trasparire nei suoi testi i sogni e le ambizioni di più di una generazione, spaziando e sperimentando sonorità diverse, senza però mai abbandonare il suo “flow” unico ed inimitabile, fresco come pochi, che resta sempre il suo marchio di fabbrica.

Gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscerlo meglio.

Intervista Negr3′

Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica e cosa ti ha spinto a iniziare a fare freestyle a soli 13 anni?

Ciò che mi ha spinto ad iniziare a fare musica e freestyle è il fatto che ho sempre visto la musica come l’unico mezzo che mi permetteva di esprimere una parte di me stesso che non riusciva a venire a galla e che non riuscivo ad esprimere in nessun altro modo. Proprio per questo per me la musica è libertà. Nello specifico poi, il rap è uno dei generi musicali più spinti e riconosciuti dell’ultimo ventennio, un genere in continua evoluzione, che permette di esprimere i propri pensieri indipendentemente dal contesto di provenienza. Credo sia per questo che molte persone utilizzino proprio questo genere musicale per esprimersi, perché dà voce a chi non viene ascoltato.

Come è nato il tuo nome d’arte?

L’ho scelto perché essendo un po’ scuro di carnagione nel mio quartiere mi hanno sempre chiamato scherzosamente “negretto”. Ma è dovuto anche al fatto che sono sempre stato considerato come il “nigga” del ghetto perché nel quartiere ero sempre il rapper che vestiva con felpa e pantaloni larghi.

Come hai sviluppato il tuo stile musicale unico e variegato nel corso degli anni?

Ho perfezionato il mio stile negli anni, dopo tante prove e dopo tanti anni passati in diversi studi musicali alla ricerca di capire quale fosse il genere più adatto per cantare i miei testi, ma anche quello più adatto al mio pubblico, qualcosa in cui la gente potessi ritrovarsi sia nelle rime sia nella musicalità. Infatti, per esempio, C’est facile,  che è il mio ultimo singolo, è la mia personale rivisitazione del genere che voglio portare con la mia musica.

Quali temi e argomenti ritieni siano più importanti da trasmettere attraverso le tue canzoni, sia in termini di problemi e difficoltà che di sogni e ambizioni?

I temi che ritengo siano più importanti e più rappresentativi della mia musica potremmo definirli temi popolari, cioè come vivono le persone nella società del 2023, in particolare come vive questo mondo la nuova generazione, quali problemi deve affrontare e quali sono i sogni a cui si aggrappa. Inoltre cerco di valorizzare la mia città perché nel contesto italiano viene spesso etichettata in modo negativo ed io vorrei far capire, attraverso la mia musica, che Palermo non è solo mafia ed illegalità ma ci sono tante altre cose belle da vedere e da scoprire, sia nella nostra cultura sia in generale nel contesto quotidiano dei cittadini palermitani.

Puoi condividere un’esperienza specifica in cui hai trovato ispirazione per creare una delle tue canzoni più significative?

Una delle esperienze più significative che mi ha portato a scrivere C’est facile non è tanto un’esperienza nello specifico quanto l’esperienza acquisita dalla vita che ho vissuto e da quello che mi ha circondato negli ultimi anni. Con C’est facile infatti comunico un po’ tutto quello che è successo negli ultimi 4-5 anni, dal mio stile di vita a tutto quello che mi ha circondato in termini di persone, situazioni e atteggiamenti. Il nome C’est facile deriva proprio da un particolare modo di pensare che ho fatto mio negli anni, che si potrebbe sintetizzare così: se vogliamo, nella vita tutto può essere facile ma a patto che ci sia dietro un lavoro fatto bene e con criterio. Poi chiaramente non ci vuole solo questo ma tutto un insieme di cose, tra le quali una “business mentality” e tanta ambizione, ma anche e soprattutto cercare di capire davvero qual è la direzione che si vuole prendere nella vita.

Qual è la cosa più gratificante per te come artista quando interagisci con il tuo pubblico attraverso la tua musica?

La gratificazione più grande per me è quando tante persone mi scrivono sui social che si rispecchiano nelle mie canzoni, quando mi dicono che gli piace molto la mia musica e mi fanno tanti complimenti, cosa che magari in passato non avveniva, anzi,  avevo spesso recensioni negative. Ora, invece, dopo le ultime canzoni che ho fatto, ho avuto un sacco di recensioni positive e di good vibes dalle persone che mi ascoltano. Il mio pubblico mi spinge sempre ad andare avanti, crede in me e si ritrova molto nei contesti che descrivo all’interno delle mie canzoni, il che è forse la gratificazione più grande e ciò che mi sprona a fare sempre meglio.

In che modo ritieni che la tua città natale, Palermo, abbia influenzato la tua musica e la tua identità artistica?

Palermo ha influenzato tantissimo la mia scrittura ed il mio modo di fare musica perché penso che qua ci siano tante realtà che all’interno di altre città italiane non esistono completamente o esistono solo in parte. Inoltre, come dicevo prima, siamo troppo spesso etichettati in modo negativo e questa cosa mi ha molto influenzato e spronato a far capire che non siamo solo le cose brutte che si vedono nei telegiornali o nei video di instagram e tik tok. Vorrei che il pensiero italiano si allontanasse da certi luoghi comuni, fondati sull’ignoranza, che vedono la città di Palermo solo come una città di mafiosi. Qui c’è tanta bellezza, tanta arte e tanta storia, nella cui cornice vivono tante belle persone che conducono una vita semplice e cercano di essere più felici possibili, nonostante le tante difficoltà che sono costrette ad affrontare.

Oltre alla tua carriera musicale, quali sono le tue passioni e interessi nella vita di tutti i giorni che potrebbero contribuire ad aprirti ulteriormente attraverso la tua arte?

A parte la musica, mi è sempre piaciuto conoscere cose nuove e viaggiare. Negli ultimi anni ho avuto la fortuna di viaggiare abbastanza e di vedere tanti paesi europei. Ho anche avuto modo di vivere che per un periodo da solo fuori dal’Italia, il che mi ha permesso, aiutato anche da un’altra mia grande passione che influenza il mio modo di scrivere, che è la conoscenza della lingua straniere, di conoscere culture e stili di vita diversi rispetto a quelli che ho vissuto io in prima persona.

Dove ti vedi tra 5 anni?

Questa è una bella domanda. Non so dove mi vedo, sono una persona abbastanza particolare che non fa mai dei veri e propri programmi sul futuro, penso che solo il destino potrà dire dove sarò tra 5 anni.

Vi lasciamo i seguito i link per poter seguire Negr3′ su tutte le piattaforme:

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