Mayd ci spiega la metafora del bambino in “Gagni”

Abbiamo chiesto a Mayd del Progetto42 di prepararci una veloce presentazione di sé stessi, così che possiate conoscere bene i componenti del progetto. Ecco cosa ci hanno lasciato:

Siamo la squadra, siamo la famiglia. Questo è Progetto42: Andre, la testa del gruppo, si occupa della nostra professionalità, eccellente personalità, unisce tecnica e creatività in un progetto che prende con estrema serietà. Jean, le braccia, venditore per eccellenza, si occupa di farci sentire in giro, trovarci live, personalità molto pratica e forza lavoro nel momento in cui si entra in azione nella realizzazione del progetto stesso. Mayd, la voce, si occupa di rendere unico il prodotto, e di parlare per tutti e 3.

A questo uniamo le gambe, che completano tutta la struttura, ovvero tutti i professionisti con cui Progetto42 collabora. Abbiamo fame, siamo organizzati, e siamo cresciuti lavorando, per noi non esistono piani B, o percorsi opzionali, ecco perché non esistono “se”, ma solo “quando”.

Vi incuriosiscono? Abbiamo posto qualche domanda a Mayd per conoscerli meglio.

Immagine: Mayd

Intervista Mayd

Qual è stata l’ispirazione dietro la canzone Gagni e il concetto dietro al bambino presente nel brano?

L’ispirazione è ovviamente data dall’esperienza, e non è stata fatta eccezione con Gagni. Non sono solo tre minuti di parole fini a se stesse, che rendono la traccia a sé stante, ma è al contrario un discorso di introduzione, che apre l’intera visuale ad un percorso destinato a durare, che prende posizioni sui tratti più infantili ed ingenui dell’esperienza di Mayd.

Come hai affrontato il tema del bambino nella tua canzone Gagni e quale messaggio volevi trasmettere agli ascoltatori?

Nella traccia ho affrontato il tema suddividendolo tra le due strofe. Nella prima prendo in esame l’infanzia effettiva che ci ha portati ad essere chi siamo oggi, i Gagni rimasti gli stessi dopo tutti questi anni e le esperienze che ci hanno cresciuto, piuttosto che il nostro modo di vedere il mondo in quegli anni. Nella seconda vengono invece consapevolmente affrontati i comportamenti infantili avuti anni dopo, che hanno portato inevitabilmente a fallimenti e alla conseguente consapevolezza.

Quali sono stati i feedback più significativi che hai ricevuto finora per Gagni e come pensi che il pubblico abbia reagito al concetto del bambino nel brano?

Più che feedback significativi più di altri, ho notato una crescita di eterogeneità nei commenti; C’è stato un bel confronto tra feedback ricevuti da professionisti nel settore e quelli arrivati da possibili ascoltatori, detto in malo modo, dal pubblico medio. Dal tecnico all’emozionale tutti positivi. Il concetto del bambino sta arrivando chiaro e tondo, perché ancora non l’ha capito lo capirà fra poco.

Come ti senti riguardo al successo crescente di Gagni? Hai mai immaginato che la canzone avrebbe avuto un impatto così positivo sul pubblico?

Potevamo immaginarlo perché ovviamente è stato tutto pensato per essere il più chiaro ed impattante possibile verso un pubblico che ancora non ci conosce, anche se poi, ovviamente, non puoi mai saperlo davvero. Per quanto riguarda i numeri sta andando anche meglio delle nostre ipotesi, non potevamo pretendere più di questo, un passo alla volta. Per ora continuiamo a crescere ma in basso profilo.

Alla luce dei risultati positivi di Gagni, hai in programma di esplorare ulteriormente il tema del bambino o altri concetti simili nei tuoi prossimi progetti musicali?

Dopo Gagni andremo diretti verso questa direzione per fare entrare il messaggio il più possibile nella testa delle persone, che culminerà con l’uscita di un EP, dove uscirà la vera essenza di questa fase, presa in tutti i suoi dettagli e anche lì, non ci fermeremo.

Come credi che il successo di Gagni stia influenzando la tua carriera e la tua visione artistica? Hai scoperto nuove direzioni creative che vorresti esplorare a seguito di questa esperienza?

Gagni mi ha consapevolizzato verso quella che sarà la direzione di Mayd, destinato dopo l’uscita dell’intero progetto ad evolversi verso una fase successiva. Non ho scoperto nuove direzioni, ma ho scoperto me, ho scoperto chi sono e ho visto uno spazio in mezzo ad un mercato così saturo. Andremo fuori dagli schemi classici di vendibilità, lontano dagli stereotipi di prodotto vendibile. Puntiamo ad essere notati per questa ragione.

Dove ti vedi tra 5 anni?

Sarò sincero, non voglio risultare arrogante, ma voglio farvi capire che per noi non ci sono piani b o opzioni secondarie. Quindi risponderò dicendo che mi vedo lì, a vivere di musica, senza esagerare, perlomeno mi ripagherò tutto il tempo, il sudore e i soldi spesi durante questa gavetta. Staremo probabilmente affrontando la seconda o la terza fase, direzione Italia e Francia. O un debole per la Francia e so che lì posso essere apprezzato, oltre che fantasticare collaborazioni.

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