Intervista a Ugo Borghetti per parlare di Primo Soccorso

Abbiamo intervistato Ugo Borghetti in occasione dell’uscita di Primo Soccorso, ecco l’intervista.

Intervista Ugo Borghetti

All’infuori della tua musica, che ne pensi del rap?

Il rap in Italia, così come nel resto del mondo, ritengo che sia nato come genere di protesta, per dare voce a chi vuole lamentare una mancanza.

Fuori da Roma, con quali artisti ti piacerebbe fare un pezzo?

Ce ne sono parecchi. Ad esempio mi piacerebbe tantissimo un feat con Jake la Furia, penso sia una delle colonne portanti del rap in Italia.

Come scegli le strumentali? Prima quelle o i testi?

Di solito vado in studio e mi confronto con i producer, la fase di scelta viene da lì. Poi, in alcuni casi ho dei testi pronti e li adatto alla base, altre volte invece lascio che sia la strumentale ad ispirarmi.

Viene da te un hitmaker e ti dice che vorrebbe fare una hit da radio con te, accetteresti?

Vorrei, ma non credo di esserne capace. Le hit da radio sembrano cazzate, ma in realtà c’è dietro parecchio studio melodico.

“Primo Soccorso”, che significato volevi dare al titolo?

Ho chiamato il disco “Primo Soccorso” perché rappresenta bene quello che per me è la musica. Un primo soccorso, per l’appunto.

C’è qualcosa su cui hai lavorato duro o il tuo modo di scrivere non è cambiato?

Il mio stile non è cambiato, vedo sempre il fare musica come uno sfogo, un flusso di coscienza. Forse arriverà il momento in cui cambierò stile, ma non per ora.

Se dovessi scegliere ina canzone fatta da te che preferisci, quale sarebbe?

Credo che sceglierei Tailleur, anche se, visti i numeri, in pratica l’ho ascoltata solo io.