COSA ABBIAMO IMPARATO DA RANCORE A SANREMO
Rancore purtroppo non è riuscito a sbancare Sanremo, fermandosi al decimo posto all’ultima serata. Sebbene ogni fan del rap sia rimasto più che soddisfatto da Eden, i giudici di Sanremo, probabilmente anche abituati a sentire musica diversa, non sono stati altrettanto colpiti. E vabbè, noi ci abbiamo provato, abbiamo dato i voti, abbiamo convinto voi a darli, ma non è bastato. Ma perchè dovremmo rimanere delusi?
La sconfitta di Rancore ci ha dato diversi insegnamenti e giovamenti:
– Bisogna accettare che ognuno abbia i suoi gusti (in gara c’erano diverse belle canzoni);
– Bisogna accettare che non sempre c’è meritocrazia nel mondo. La prima serata, il testo assurdo e le musicalità commovente sono stati battutti da gente che non fa nemmeno il cantante di mestiere, ma non importa, ciò ci insegna ad accettare la realtà e a non rifugiarci in un mondo utopico;
– Tutti i genitori degli adolescenti fan di Rancore hanno apprezzato il rap e hanno scacciato tutti i pregiudizi sul genere;
– Le rivoluzioni non si fanno in un giorno (o 5 in questo caso). Il mondo va avanti con calma, con calma tutti apprezzeranno la libertà di espressione di Achille Lauro e la struttura super complessa dei testi di Rancore. E nei giorni d’oggi, in cui si parla tanto di femminismo e si invitano vallette incapaci a Sanremo solo perchè sono belle, e in cui il 90% dei testi sono insensati o banali, penso che è proprio ciò di cui abbiamo bisogno. Quest’anno abbiamo fatto un passo avanti verso un mondo artistico migliore.
I gusti sono soggettivi, soprattutto se si parla di generi così distanti tra loro: come si fa a decidere quale canzone sia più bella, tra quella ermetica di Rancore, quella popolare di Gabbani o dei Pinguini, quella energetica di Pelù o Anastasio, o quella commovente di Masini? La vittoria di Rancore non era né scontata, né giusta, né necessaria. L’importante è altro: tutti noi fan, o quanto meno io, abbiamo parlato di Rancore a tutti, abbiamo pianto guardando la sua 22esima posizione la prima sera, abbiamo cercato di convincere chiunque che la sua fosse la canzone migliore.
Che abbia vinto o meno, la musica ancora una volta ci ha uniti, ci ha dato speranze, ci ha commosso, ci ha fatto comunicare ed esprimere le nostre opinioni. Che abbia vinto o meno, ha vinto l’arte, non solo quella di Rancore, ma quella di chiunque ne ha fatto parte e l’ha apprezzata. Grazie a tutti i partecipanti in gara, anche al più scarso, per averci trasmesso emozioni, sia positive che negative. E un grazie speciale a Rancore che ha rappresentato il rap a Sanremo meglio di chiunque altro ci abbia mai provato.