SPERANZA SI È PRESO IL 2020 A SUON DI RAP

Dopo anni di singoli e featuring qua e là, Speranza ha finalmente fatto il suo debutto discografico con “L’ULTIMO A MORIRE”. Al termine del suo ascolto non si può che rimanere frastornati dalla potenza del rap del classe ‘86.

Lo stile e la tecnica di Speranza si combinano alla perfezione con i contenuti e i concetti proposti. Questi ultimi sono un racconto incredibile delle sue esperienze di vita tra Francia, Germania e Italia. Tutti questi Paesi il rapper li ha scoperti abitandoci dentro, spesso in zone poco fortunate. Da qui parte il racconto di Speranza, la cui vita vissuta si fa portavoce di quella di tanti altri suoi amici e concittadini. Ciò si riflette sul tono da lui utilizzato, spesso provocatorio e di denuncia, come se incarnasse la voce del popolo, satura di certe situazioni. Di conseguenza lo è anche il suo rap che, tra urla, barre pesanti e lingue diverse, prende a sberle la testa dell’ascoltatore.

Inoltre con questo disco si nota come Speranza abbia raggiunto un’importante maturità artistica. In particolar modo il rapper ha esplorato sound e atmosfere del tutto nuovi, ma che gli si addicono alla perfezione. Esempi lampanti sono “IRIS” e “A LA MUERTE”, quest’ultima in collaborazione con Tedua, che, assieme agli altri ospiti, ha saputo dare un contributo incredibile al racconto di Speranza.

Nel complesso con un disco del genere, Speranza non farebbe un torto a nessuno se diventasse un classico del rap italiano, anzi.

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